01BI Zubiena, Vermogno - Bessa N1110180.JPG#
Colori stagionali
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La Riserva Naturale Speciale della Bessa, istituita nel 1985, è situata nel Piemonte settentrionale allo sbocco della Valle d’ Aosta e alla base delle pendici meridionali delle Alpi Biellesi, in provincia di Biella. Estesa per 7.5 kmq è delimitata a Nord dai resti di una morena del Pleistocene Inf. e dalle alluvioni quaternarie del torrente Elvo, a Sud da una seconda morena della stessa fase glaciale e dalla valle del torrente Olobbia. L’area della miniera [d'oro romana] le cui evidenze archeologiche sono databili al II/I secolo a.C. con tracce di frequentazioni anteriori rappresentate in gran parte da massi erratici con incisioni rupestri è costituita da 2 terrazzi di origine fluvioglaciale ricoperti, nel Terrazzo Superiore da cumuli di ciottoli ed in quello Inferiore da sabbie e ghiaie, residui del lavaggio per l’estrazione del metallo. La Bessa si presenta, attualmente, come altopiano che si estende sul prolungamento della valle del torrente Viona per 8 km in direzione NW-SE, largo da 800 metri fino ad un massimo di 1,7 km e digradante da una quota massima di circa 450 m a NW alla quota di circa 300 m a SE. (da VEDI)
E’ noto come la fisionomia della Bessa sia prevalentemente caratterizzata da ammassi di ciottoli creati dalla coltivazione del giacimento aurifero.
Gli ammassi di pietre venutisi a creare, privati di gran parte degli originari sedimenti tra loro interposti e soggetti ad un rapido dilavamento per le precipitazioni, hanno costituito un severo approccio per la vegetazione; pertanto solo le entità più adattate a condizioni di scarsità di elementi nutritivi hanno potuto man mano stabilirvisi e mantenersi. Nelle depressioni fra i vari settori ciottolosi e in prossimità di scorrimenti idrici si trovano condizioni favorevoli allo sviluppo di formazioni boschive. Ove il tasso di umidità è maggiore si produce una boscaglia ove prevalgono il carpimo (Carpinus betulus ), la farnia (Quercus robur) e il già citato frassino maggiore; l’elemento arbustivo consta del nocciolo, ciliegio selvatico (Prunus avium), del biancospino (Crataegus monogyna ), del tremolo (Populus tremula) e della frangola (Frangula alnus ). In questi ambienti tende sempre più ad infiltrarsi la robinia (Robinia pseudacacia ), aggressiva esotica nordamericana che si è inserita partendo dalle estremità longitudinali dell’area, correndo lungo le vie di maggiore accesso, più antropizzate. Oggi sono diversi gli esempi di situazioni boschive ove la robinia domina su ogni altra essenza, mostrando la faccia di maggiore degradazione della Bessa. (da VEDI)
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