giovedì 21 febbraio 2013
1] Mongrando (BI): l'inverno passato
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Gennaio 2011: ghiaccio sul rio
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Mongrando (Mongrand in piemontese) è un comune di 4.018 abitanti della provincia di Biella. Il territorio comunale di Mongrando si sviluppa sulle ultime pendici delle colline che, dalle falde del Mombarone e della Serra, scendono verso la pianura biellese. È attraversato dal torrente Elvo e dai suoi affluenti Viona e Ingagna; quest'ultimo è sbarrato da una diga che dà origine all'omonimo lago. (da vedi)
1] Gaglianìco (BI): ultime rose
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Un esteso vivaio di rose appena fuori dal paese, sulla via che va dall'oratorio San Rocco alla Strada Trossi, la Biella-Vercelli. Buona parte delle piante (le più giovani e basse) mi pareva fossero Rose canine sulle quali fare gli innesti.
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Rosa - Si adatta a qualunque tipo di terreno purché lavorato in profondità, ben concimato con stallatico maturo. Le piante vengono collocate a dimora in autunno o alla fine dell'inverno nelle zone con forti geli, la concimazione si effettua all'inizio della ripresa vegetativa, incorporando nel terreno letame maturo. La potatura delle piante è importantissima per una buona fioritura.Le varietà rifiorenti non destinate alla forzatura, si potano alla fine dell'inverno o inizio primavera, togliendo i rami vecchi e accorciando quelli nuovi lasciando da 2 a 6 gemme per ramo a seconda del vigore e varietà, generalmente le potature energiche favoriscono la fioritura ad esclusione delle varietà molto vigorose per cui vale la regola contraria. Nelle specie rifiorenti si eliminano man mano i rametti che hanno già fiorito per stimolare la produzione di nuovi fiori.
Nelle coltivazioni industriali con le varietà coltivate per il fiore reciso, viene praticato l'innesto su soggetto R. indica var. major che fornisce al nesto il giusto vigore.
Per avere piante resistenti alla siccità o al gelo si utilizza come soggetto la R. canina ottenuta con la semina, ottenendo però oggetti poco vigorosi e a scarso sviluppo.
(da VEDI)
7] Sandigliano (BI) - Autunno padano: spazi ❼
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Un terreno ben spianato
Una distesa di terra lavorata e null'altro, per ora.
Una decina di chilometri a sud di Biella - ai piedi dei monti - grandi spazi aperti e cascine isolate: mais (mèliga) e altro nella zona più alta e poi iniziano le risaie che continuano nel Vercellese.
Una cascina a Verrone
Cascina Argenta, posta al confine con Sandigliano, già esistene nel 1680 col nome di Piantina.
Una cascina fra le risaie tra Massazza e Salussola
zoom
Un campo solare a Massazza, sulla strada verso la Salussola-Verrone
zoom
Molto meglio i girasole!
1] Salussòla (BI), Bastia: 4C
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Cachi, Camini, Campanile, Chiesetta
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L’oratorio di San Rocco, è situato presso il nucleo abitato Bastia, non lontano dalla sponda sinistra del torrente Elvo. L’oratorio di San Rocco, è situato presso il nucleo abitato Bastia, non lontano dalla sponda sinistra del torrente Elvo. Ha origini votive risalenti al secolo XVI, quando fu costruito, quella zona era posta oltre il borgo di Salussola e la conformazione idrogeologica era ben diversa da quella con cui siamo abituati a vedere ora. Lì, l'Elvo era diviso in tre rami e nei secoli di rotte e piene aveva formato una regione denominata " isolone della Bastia " e si dipartivano le strade per Biella, Verrone e Massazza. Ha origini votive risalenti al secolo XVI, quando fu costruito, quella zona era posta oltre il borgo di Salussola e la conformazione idrogeologica era ben diversa da quella con cui siamo abituati a vedere ora. Lì, l'Elvo era diviso in tre rami e nei secoli di rotte e piene aveva formato una regione denominata " isolone della Bastia " e si dipartivano le strade per Biella, Verrone e Massazza. Nel 1606 era ancora una povera costruzione, senza volta e pavimento, con la facciata d’assi e i muri al rustico.In un documento del 1619 si desume che i lavori siano stati già ultimati.Verso il 1660 quest’oratorio fu ricostruito in forme più ampie e alla sua costruzione si lavorava ancora nel 1667. Il movente che spinse gli abitanti della Bastia a ricostruire il loro oratorio va ricercato nel fatto che avevano intenzione di ottenere un cappellano per la Messa festiva. La distanza dalla parrocchia non era molta, ma le piene dell’Elvo sovente impedivano l’adempimento del precetto festivo.
(da VEDI)
LA FACCIATA: come era nel 1945, ora è praticamente uguale.
(da VEDI)
1] Vigliano Biellese (BI), Santa Lucia
01BI Vigliano Biellese N1110169#
Oratorio di San Pietro - frazione Santa Lucia
Vigliano Biellese (Vijan ëd Biela in piemontese) è un comune di 8.381 abitanti della provincia di Biella.
All’epoca tardo romana, II –III secolo d.C., risalgono le prime tracce di insediamenti in Vigliano: cocci di vasi e fondazioni in pietra. Forse il territorio del paese era un fondo della famiglia romana degli Avillii: con il nome di Avilianum o Avillanum, infatti, la zona viene indicata nei documenti più antichi.
Le vicende medioevali vedono Vigliano dapprima feudo del Conte Bosone di Pombia, poi legato alla Chiesa di Vercelli da parte di Ottone III nel 999. Successivamente– insieme a Valdengo - diviene parte dei possedimenti degli Avogadro, antica e nobile famiglia cui la storia del paese è fortemente legata e di cui sono testimonianza visibile ancora oggi alcuni edifici, dal Castello di Moncavallo alla Chiesa di Santa Lucia.
(da VEDI)
1] Vigliano Biellese (BI): Montecavallo
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Il castello sorge in posizione dominante sulle prime colline di Vigliano e costituisce un esempio interessante di architettura neogotica. È una ricostruzione stilistica voluta dal Conte Filiberto Avogadro nella prima metà dell'800, effettuata sui ruderi di una preesistente fortificazione in rovina. Sul poggio di Montecavallo esisteva da antichissimo tempo una rocca degli Avogadro di Vercelli.
Risulta che già nel 1423 esisteva la torre e una fortificazione, dal 1459 al 1588 si susseguirono numerose transazioni di proprietà tra gli Avogadro. Nel XVII sec. Montecavallo assolveva ancora alle sue funzioni ed era sede di una vedetta. Nel 1711 divenne proprietà dell'ospedale di Biella, nel 1831 la famiglia Avogadro ne riacquista la proprietà. La costruzione comprende un edificio quadrato di mole massiccia con quattro torri merlate agli angoli, uno dei pochi esempi di neogotico nel Biellese. Il castello è circondato, sul ciglio del colle, da un giardino ricco di piante esotiche che la mitezza del clima permette di allevare in piena terra, all'interno si estende un vasto parco ombroso.
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